mercoledì 27 gennaio 2010

18-Impostiamo un lavoro - I il progetto

Siccome non c'è di meglio che l'esempio, per confermare i concetti fin qui esposti, consideriamo un'opera da condurre, diciamo un pannello dietroporta che simuli un'apertura laddove lo spazio viene chiuso.

Si è realizzato un bozzetto a guazzo, che pittoricamente potrebbe risultare troppo carico e piuttosto legato nell'esecuzione, ma non si tratta di un'opera fine a se stessa, bensì di un progetto in scala, dobbiamo quindi pensare il lavoro sulla dimensione media di una porta d'abitazione, larga circa un metro per oltre due. Le figure in primo piano saranno quindi in grandezza naturale, ed il paesaggio dovrà essere lavorato in modo da dare la massima profondità, che risulta impacciata in questo bozzettino, dove s'è voluto comunque indicare l'andamento del terreno e la proiezione delle ombre, sensibilmente allungate da una luce che si suppone di primo mattino o crepuscolare, con notevole effetto spettacolare. Da notare che siffatti espedienti funzionano in lavori in interno e di dimensioni contenute, mentre sarebbero da sconsigliare su una facciata, dove gli effetti della reale luce solare si troverebbero prima o poi in contrasto con gli effetti simulati, allorchè si ricercasse un effetto di trompe l'oeil, mentre se si è interessati solamente alla pittura, non ci sono vincoli, avendo uno specifico equilibrio rappresentativo che non è tenuto ad interagire con elementi ambientali. Anche l'effetto di controluce qui appena accennato, ma che andrà curato nel lavoro definitivo, accentua il contrasto fra interno ed esterno, ma è completamente vanificato se si accende la luce nella stanza, o anche se una forte luce solare entra da una finestra, proiettandosi, magari, proprio sul lavoro. in questo caso, si può presumerre che il lavoro sia destinato ad una porta d'ingresso, in un punto scarsamente illuminato; inoltre si pensa che la gustosità della scenetta finisca per prevalere sull'inganno visivo.

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